sabato 25 febbraio 2012

L’arte di vincere le candidature agli Oscar

I film sugli sport americani in Italia non vendono, o così immaginano i distributori nostrani che negli ultimi anni non hanno fatto arrivare al cinema una pellicola come The Blind Side – lungometraggio candidato all’Oscar come Miglior film e dove Sandra Bullock ha vinto il premio come Miglior attrice protagonista – che è stato mandato in onda su Mediaset Premium e poi editato in dvd. Quindi è una grande e piacevole sorpresa scovare L’arte di vincere distribuito nella maggior parte dei cinema italiani, ma se non fosse uscito un film che ha ottenuto ben 6 candidature agli Oscar più 4 ai Golden Globes,  che figura avremmo fatto?
L’arte di vincere racconta la storia di un ragazzo, Billy Beane, che, iniziato al baseball professionistico ancora giovanissimo, non è riuscito a mantenere le alte aspettative e quindi si è ritirato dopo poche stagioni per passare a un altro aspetto del gioco, quello di general manager, e lo ha fatto per gli Oakland. Dopo una stagione in cui la squadra era riuscita sia a qualificarsi ai playoff che ad arrivare a un passo dal titolo, Billy ha visto perdere i suoi migliori giocatori per squadre con budget enormi come quello degli Yankees. In quel momento tragico sotto l’aspetto sportivo, ma anche sotto l’aspetto familiare dato che rischiava di perdere il lavoro se la stagione fosse andata male, Billy ha deciso di rivoluzionare il baseball per sempre basandosi quasi eslusivamente su percentuali e stastiche che andavano ad analizzare ogni singolo aspetto del gioco.
Mettendo da parte il baseball, questo film è una storia americana nel senso che è una storia di riscatto, di successo e ovviamente il protagonista è un perdente. Magistralmente interpretato da Brad Pitt, Billy Beane è un personaggio di spessore: carattere forte, una personalità decisa e una figlia che mai si sognerebbe di deludere. Beane è un uomo in una torre di cristallo; è solo, almeno sino al momento in cui incontrerà un ragazzo “in grado di utilizzare i computer” (Jonah Hill), e in quel momento potrà ricominciare a credere, una speranza busserà alla sua porta. Non a caso sia Pitt che Hill sono stati candidati come Miglior attore e Miglior attore non protagonista.
L’enorme peculiarità che contraddistigue questo film rispetto agli altri sul medesimo sport è che L’arte di vincere, a differenza del baseball, non annoia, anzi, tiene ben aperti gli occhi dello spettatori anche grazie ad alcune sottigliezze generate da battute inaspettate che scuotono l’animo e fanno ridere o sorridere, a seconda delle occasioni. Grande merito va dato ai due sceneggiatori, Steven Zaillian e Aaron Sorkin, che sono riusciti a trasporre un libro che non è un romanzo, ma un’enorme analisi sul baseball e sui suoi cambiamenti.

L’arte di vincere
Moneyball

Regia: Bennett Miller
Sceneggiatura: Steven Zaillian, Aaron Sorkin, tratta dal libro di Michael Lewis
Interpreti: Brad Pitt, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Chris Pratt, Kathryn Morris
Durata: 133′
Produzione: USA, 2011
Distribuzione: Sony Pictures, 27 gennaio 2012

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