lunedì 2 aprile 2012

I colori della passione



Non è un film per tutti I colori della passione, eppure dopo il Sundance Film Festival è stato comprato da 54 paesi di cui 47 l’hanno distribuito nei cinema. Ora a questi paesi si è aggiunta anche l’Italia e il regista e artista polacco, Lech Majewski, si chiedeva come mai noi italiani fossimo così stupiti che un film incentrato sulla pittura  – su un singolo quadro, a dire il vero – venisse distribuito in Italia, il paese dove sono nati i più grandi pittori e artisti d’ogni epoca, il paese dove lui sin da ragazzino veniva ad ammirare le opere nei nostri musei. E con un po’ di vergogna, bisogna ammetterlo, gli si è spiegato che qui la cultura “non tira”, non va di moda, e il nostro paese più che un enorme museo sta diventando un gigantesco magazzino dove le opere vengono ammucchiate e lasciate ad ammuffire.
Nonostante questa premessa, I colori della passione rimane un film che non è adatto a tutti. Ispirato al dipinto del 1564 La salita al Calvario, del pittore fiammingo Pieter Bruegel e basato sul libro di Michael Francis Gibson, The Mill and the Cross, il lungometraggio ci fa entrare all’interno del quadro e allo stesso tempo ce lo fa osservare dagli occhi di Brugel mentre lo realizza. Gli oltre 500 personaggi del quadro, inizialmente esplorati da Michael Francis Gibson nel libro The Mill and the Cross da cui Majewski ha tratto il film, si muovono intrecciando le loro storie, o rimangono fermi, pronti ad essere dipinti da uno dei pittori più amati del ’500, e piano piano la storia va avanti, pur non essendo importante, perché allo spettatore interesserà immergersi in quei colori che portano gioia agli occhi.
La pellicola in buona parte delle scene è una serie di dipinti disegnati dallo stesso Majewski, dipinti sui quali si muovono i vari attori, con una telecamera che spesso rimane fissa, immobile, e che ai più giovani farà pensare ai quadri che si vedono in Harry Potter. In altri casi la telecamera riprende in modo naturale, il modo cui siamo abituati, però sullo sfondo è sempre presente un dipinto realizzato da Majewski, che va a creare un aspetto suggestivo e poetico, quasi fosse una favola.
I colori della passione non è un film, è una grande opera d’arte, un’opera che va esplorata piano piano, che bisogna essere consapevoli di andare a vedere. Un’opera lenta, con dialoghi ridotti all’osso per favorire la scenografia e le colonne sonora creata sempre da Majewski. Lo si potrebbe definire un quadro della nostra epoca, e infatti Majewski nella conferenza stampa dirà che i pittori di allora, se fossero nati oggi farebbero film. Non a caso spezzoni del film sono esposti alla Biennale di Venezia e in tutti i musei più importanti del mondo.

I colori della passione
The Mill and the Cross

Regia, sceneggiatura, scenografia, colonna sonora: Lech Majewski
Interpreti: Rutger Hauer, Michael York, Charlotte Rampling, Joanna Litwin, Marian Makula, Dorota Lis
Durata: ’92
Produzione: Polonia, Svezia, 2011
Distribuzione: CG Home Video, 30 marzo 2012

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